Divieto di dimora a Torino per Eddi. #LibertàDiStudiare

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Ancora misure cautelari a Torino nei confronti di studenti universitari: a Eddi è stato notificato il divieto di dimora nel comune di Torino, in cui vive e studia da anni. Il provvedimento costituisce un aggravamento dell’obbligo di firma a cui era già sottoposta da alcune settimane in relazione all’operazione di polizia che ha recentemente colpito 7 studenti per una serie di contestazioni contro fascisti e razzisti avvenuti nell’ateneo torinese nell’ultimo anno. L’aggravamento è stato richiesto dal pubblico ministero, e approvato dal GIP, per un episodio di contestazione avvenuto al Rettorato dell’Università di Torino lo scorso 21 marzo.

Di seguito il comunicato del Collettivo Universitario Autonomo di Torino:

Questa mattina a Eddi è stato notificato il divieto di dimora nel comune di Torino, lo stesso in cui vive e studia da anni. Il provvedimento costituisce un aggravamento della misura dell’obbligo di firma quotidiano a cui era sottoposta dallo scorso 16 marzo per l’operazione di polizia che ha colpito 7 studenti colpevoli di essersi mobilitati nella propria università contro la presenza di fascisti e razzisti. Il pretesto addotto dalla Questura per questo aggravamento? Il fatto che Eddi fosse presente alla contestazione avvenuta un paio di settimane fa in Rettorato in occasione della conferenza della CRUI sulla “nuova primavera delle Università”, quando per poter intervenire (a un incontro pubblico!) siamo stati spintonati e minacciati dalla Digos (rimandiamo al video di quella mattinata). Un fatto grave, l’ennesimo episodio di militarizzazione del nostro ateneo su cui non solo il Rettore non ha speso mezza parola, ma che oggi viene addirittura ritorto contro a una studentessa in maniera ridicola e pretestuosa.

Il divieto di dimora notificato a Eddi costituisce l’ennesima riprova del clima intimidatorio costruito su un uso massiccio e punitivo delle misure cautelari che da mesi denunciamo con la nostra campagna per la libertà di studiare. Impedire la frequentazione degli spazi universitari tramite la privazione della libertà o l’allontanamento forzato dai luoghi di residenza costituisce un fatto grave e vergognoso che non siamo disposti ad accettare, così come non è più tollerabile che momenti di mobilitazione e protesta all’interno dell’ateneo vengano usati per imporre misure di questo tipo. Da oggi continuiamo con ancora più forza la nostra campagna per la liberazione immediata di tutti e tutte.

Nel frattempo ieri si è svolto il tribunale del riesame per tutti e 7 gli studenti coinvolti nell’operazione del 16 marzo per aver cacciato fascisti e razzisti dall’Università e siamo in attesa di sapere se le loro misure verranno confermate o attenuate. Appena possibile daremo aggiornamenti sulla loro situazione.

EDDI LIBERA SUBITO, TUTTI/E LIBERI/E!
‪#‎LibertàDiStudiare‬ ‪#‎LibertàDiDissenso‬

da InfoAut

Torino: Ancora repressione contro gli universitari

1 thoughts on “Divieto di dimora a Torino per Eddi. #LibertàDiStudiare

  1. Ciao, io sono una studentessa dell’università di Torino e conosco come agisce il movimento di destra all’interno dell’ateneo: per ogni loro iniziativa (di matrice razzista e fortemente politica dato che uno dei consiglieri del comune di Torino (FI) è il principale organizzatore ed è sempre presente), ricorrono a misure che rasentano il presidio militare, strutture inaccessibili, è anche capitato che per poter entrare all’interno della palazzina mi chiedessero i documenti identificativi (cosa che non possono assolutamente fare) altrimenti non sarei entrata nella MIA università.
    Tuttavia, ero presente agli scontri di cui parli, e per quanto ritenga sbagliate le modalità con le quali fosse organizzato quel “volantinaggio” e il suo fine, i ragazzi indagati di cui si richiede la libertà, hanno agito in maniera vergognosa, tanto quanto i cosiddetti fascisti.
    Sono ricorsi alla violenza contro un ideale, seppure ritenuto sbagliato (ritengo anche io che siano dannosi e non debbano avere alcuno spazio all’interno della società). La sopressione di un ideale tramite la violenza fisica è fascismo di per sé, ed è esattamente come si sono comportati i ragazzi che difendi. Non si deve ricorrere MAI alla violenza.
    E nella nostra società, se lo fai, subisci le conseguenze di quelle azioni.
    La libertà ha anch’essa dei limiti, ovvero non deve ledere la libertà altrui. Quindi per quanto sbagliato sia il loro pensiero, per quanto dannoso, la violenza non è il modo per reprimerlo.

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