Padova, vietato non sembrare “normali”

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La grottesca idea di normalità dell’assessore alla sicurezza che proibisce di nuotare, cogliere fiori e trasportare mercanzia in grosse buste. Una “sagra del degrado” contesta con ironia

di Enrico Baldin

Studenti universitari, giovani appartenenti ai centri sociali, associazioni, partiti di sinistra e normali cittadini sono, per il secondo mercoledì sera consecutivo, scesi in piazza per la seconda “Sagra del degrado” al fine di contrastare con l’ironia l’ordinanza di Bitonci che verrà discussa in consiglio comunale a fine settembre.

Una ordinanza che se da un lato è repressiva, dall’altro è preda di facili ironie. Infatti dei ben 32 divieti corredati da relative sanzioni, ve ne sono alcuni che balzano all’occhio per i loro contenuti bizzarri: come il divieto a “nuotare fuori dai luoghi destinati allo scopo” o quello a “soddisfare le proprie esigenze fisiologiche fuori dai luoghi destinati allo scopo”. I cittadini di Padova dovranno pertanto prestare attenzione a non nuotare nelle pozzanghere e a starnutire o sbadigliare negli appositi spazi. Ma ai sensi del nuovo regolamento, i padovani dovranno anche stare attenti a non incappare in altri comportamenti tanto gravi da essere finiti nella medesima ordinanza, come “strappare foglie o rami”, “salire su lampioni e monumenti”, “cogliere fiori”.

Bitonci però non si è limitato a questo. 600euro di sanzione a chi affigge papiri di laurea, 100 euro a chi si siede a terra, altrettanti a chi “trasporta mercanzia in grandi sacchi di plastica”; l’imposizione, per i proprietari di costruzioni disabitate, di far sì che venga impedita ogni forma di occupazione. Divieti che puntano diritti ai mendicanti e ai venditori ambulanti, ma anche agli studenti universitari. Divieti che puntano ad imporre una sorta di normalità attraverso imposizioni di difficile interpretazione anche giuridica, come il divieto a indossare “abiti che offendono il comune senso del pudore”.

Contro l’ordinanza in queste settimane si sta mobilitando la Padova che non ci sta. Ieri sera una partecipata assemblea a piazza delle Erbe ha deciso di convocare per il 29 settembre – data in cui verrà discussa in Consiglio Comunale l’ordinanza – un corteo, il “Degrado pride” come l’hanno battezzato i partecipanti all’assemblea che si è tenuta durante la sagra del degrado. «Se essere diversi dalla loro idea di normalità è degrado, allora noi siamo il degrado» hanno detto i giovani che anche ieri hanno in tutti i modi trasgredito i divieti. Chi sedendosi per terra, chi consumando bevande alcoliche fuori dai locali, chi indossando abiti che potrebbero risultare poco graditi ai relatori dell’ordinanza. Oltre a questo i “No degrado” hanno a loro volta sarcasticamente richiesto in questi giorni altri divieti per contrastare a modo loro il degrado: chi ha chiesto un’ordinanza contro i risvegli traumatici, chi contro il sudore, altri hanno chiesto di vietare le bugie, chi ancora ha denunciato i piedi puzzolenti.

Mercoledì scorso Bitonci minimizzò l’avvenimento, ma ieri sera piazza delle Erbe era davvero affollata e partecipe. E pare nutrire aspettative rivolte al Degrado pride, come ci conferma Giovanni, studente universitario «Sarà una occasione per coagulare tutta la Padova che non ce l’ha con chi chiede l’elemosina e che vuole un’altra cultura».

http://popoffquotidiano.it/2014/09/18/padova-vietato-non-sembrare-normali/

 

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